Rizzi

Roda di Vael – Catinaccio

G. Rizzi, R. Finker e F. Pederiva, 1947

Parete Est, 380m, 10 tiri, D+ (V+, oppure IV+ la variante Schroffenegger)

 

Via classicissima ed elegante nel gruppo del Catinaccio, offre una linea di salita che, sopra il diedro del tiro-chiave, passa nei punti più deboli delle placche compatte sovrastanti. E’ essenziale integrare la scarsa chiodatura in loco. Prestare moltissima attenzione al pendio sotto la cima che, benchè poco più che un sentiero, è cosparso di sassi mobili che rotolano facilmente sulla via sottostante: è consigliabile evitare periodi con grande affollamento turistico verso la cima. Nel caso si volesse evitare il tiro di V+ nel diedro di L3, è possibile aggirarlo a sinistra con due tiri più semplici su roccia da mediocre a buona (variante Schroffenegger).

icona    ACCESSO

Provenenedo dalla val di Fassa si imbocca la strada per il passo Costalunga e dopo circa 1 km si arriva a Carezza da cui si prende la seggiovia per il rifugio Paolina. Dal rifugio si segue il largo e comodo sentiero n. 539 e poi il n.549 dapprima in salita per circa 10 min poi in piano fino al rifugio Roda di Vael (30 min).

Dal rifugio Roda di Vael si prosegue in piano per 10 min seguendo il segnavia n.541 e giunti sotto la verticale dell’inconfondibile sagoma triangolare della Roda di Vael, poco prima che il sentiero faccia una decisa curva verso destra, lo si lascia salendo a sinistra per labile traccia e per pendio erboso e detritico. La parete mostra un grande strapiombo a falce che parte dalla base della parete: l’attacco si trova sulla sinistra di questo strapiombo. Giunti alla base della parete si rimonta un facile zoccolo (III) e poi per gradoni si raggiunge il terrazzo da cui parte la via (chiodo con anello, 20m).

icona   ATTREZZATURA

Via attrezzata a chiodi, è necessario integrare con cordini per le clessidre e qualche friend medio o dadi. Per il diedro è utile avere un friend misura grande (almeno #4 BD).

icona  DISCESA

Dalla vetta si scende in direzione sud lungo l’evidente sentiero con ometti finchè si raggiungono le corde fisse e il sentiero attrezzato con scala metallica, fino ad un intaglio. Da qui, viso a valle, si tiene il canale di sinistra in discesa che riporta alla base della parete est nel suo estremo bordo sinistro. Dalla base, viso a valle, si tiene il sentiero che verso destra e a mezzacosta passa sotto il Croz di Santa Giuliana e in circa 15 min ritorna nuovamente al rifugio Roda di Vael.

icona  VIA

Vedere lo schizzo e le seguenti note.

1° tiro: salire per una rampa e successivamente obliquare verso destra per placche sino ad un terrazzino con sosta (2 chiodi + cordone, 35m, IV).

2° tiro: dalla sosta spostarsi a destra fino a raggiungere l’evidente diedro aperto. Salirlo fino alla base del diedro fessurato, appena sopra un masso incastrato (sosta su 2 chiodi o su spuntone, 35m, IV).

3° tiro: tiro chaive. Risalire il diedro con elegante arrampicata in spaccata fino al suo termine (4 ch., 1 clessidra cordonata). Sosta su di un terrazzo a sinistra (2 chiodi + clessidra, 40m, V+).

4° tiro: risalire la placca ben ammanigliata obliquando leggermente a sinistra fino al terrazzino di sosta (3 chiodi con cordone, 25m, IV).

VARIANTE L3+L4 (Schroffenegger): dalla sosta S2 spostarsi per circa 10m a sx e poi per sequenza di muretti giungere alla sosta dentro una nicchia (2 chiodi, da rinforzare, 20m, IV). Roccia non ovunque ottima. Dalla sosta uscire in leggero strapiombo verso dx ma con buone prese (clessidra), poi leggermente verso destra risalire le placche fino a ricollegarsi alla linea di uscita dal diedro e alla sosta su cengia (3 ch., 20m, IV+).

5° tiro: dalla sosta salire in verticale per alcuni metri (clessidra), poi in obliquo verso destra (1 chiodo) fino al terrazzo di sosta (2 chiodi, 40m, IV+). Lunghezza su roccia compatta e percorso non obbligato.

6° tiro: traversare una decina di metri a destra (chiodo), poi su dritti per placche molto lavorate fino alla sosta (2 chiodi + clessidra, 45m, IV).

7° tiro: salire senza percorso obbligato una rampa obliqua verso destra (1 chiodo) e poi in verticale raggiungendo la sosta posta su una cengia all’incirca sotto la verticale di una fascia strapiombante (2 chiodi, 40m, IV-).

8° tiro: traversare inizialmente a destra (chiodo, allungare i rinvii !), poi alzarsi in verticale (chiodo) e in ultimo obliquare a sinistra, aggirando una paretina aggettante, sino alla terrazza dove è posta la sosta (2 ch., 30m, IV).

9° tiro: lungo obliquo verso sinistra su facile terreno con rocce rotte, fino ad una grossa cengia detritica che taglia la parete da sx a dx. Continuare verso sx fino ad una grande clessidra su cui far sosta alla base dell’ultmio salto (40m, III).

10° tiro: attaccare il risalto sul bordo sx (scarsa possibilità di protezione) e dopo i primi metri andare in obliquo verso sinistra per una rampa (possibilita’ di sosta intermedia) fino alle ultime rocce (sosta su spuntone, 50m, IV).

Da qui su terreno smosso e pietraia per circa 40m fino alla croce di vetta. Preferibile camminare questo tratto slegati per evitare che le corde smuovano i detriti.

Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del Agosto 2012. A cura di Brambi.

schizzo Rizzi
tracciato Rizzi