Val Maggia – Sasso Trolcia
R. Casarotto, R. Nottaris, C. Righeschi, D. Gianinazzi, (1980), completata nel 1981 da M. Pedrini e G. Castioni
Nord, 150m, 5 tiri, TD+ (6b+, obbl. 6b)
Il Sasso Trolcia è una modesta struttura di fondo valle immerso in ambiente davvero bucolico nonostante la vicinanza alla strada della val Maggia. Non poteva restare inosservato agli alpinisti e nel corso degli anni sono stati aperte linee dal carattere semi-alpinistico e sportivo, tra i cui scopritori spiccano i nomi di Renato Casarotto e il dissacratore Marco Pedrini (per intenderci quello della cavalcata sul compressore al Torre, degli spit sul Caporal e della “Signora del Tampax” in val di Mello). L’ultima realizzazione sportiva su questa parete è di Glauco Cugini (“Il nodo infinito”, aperta in solitaria e in ottica sportiva) ma restano indelebili qua e là le tracce dei vecchi chiodi di passaggio lasciate dagli audaci su questa parete (es. la “via del Pale” VI+, A2/R3/IV sempre di Pedrini che tocca la Casarotto al suo termine; di recente è stata ripresa questa linea da D. Mazzucchelli per ripristinarne la percorribilità nei primi tiri bassi ma non abbiamo ulteriori informazioni più dettagliate).
La via Casarotto è una via di grande bellezza, seppur breve, interamente lungo lame-fessure che si collegano e susseguono tra loro con logica continuità tale da rendere difficile errori di percorso. Prevale lo stile di arrampicata in opposizione anche se non mancano le possibilità di divertirsi con incastri di mano e dita. Fisicamente impegnativa ma di sicura soddisfazione. Da fare con la certezza di un periodo asciutto, i licheni in un paio di punti potrebbero creare difficoltà ulteriori.
ACCESSO
Da Como con l’autostrada in direzione Lugano seguendo le indicazioni per Locarno. Al termine della lunga galleria che sbuca a Locarno uscire allo svincolo Centovalli-Onsernone-Valle Maggia. Passati i semafori, alla rotatoria tenere la prima uscita a destra passando il ponte sul fiume e continuando in direzione Ponte Brolla. Al passaggio a livello di Ponte Brolla si prosegue dritti entrando in val Maggia (attenzione ai radar lungo la cantonale!) fino a giungere al paese di Someo. Rimanendo sempre lungo la cantonale al termine dell’abitato di Someo si trova a sinistra un garage-officina Volkswagen e tra le due costruzioni passa una stretta strada in discesa che in breve diventa sterrata; la strada curva a sinistra in mezzo agli alberi e al suo termine si lascia l’auto in corrispondenza di una passerella sospesa, in metallo, molto caratteristica. Attraversare il fiume sulla lunga passerella (foto 1), al suo termine svoltare a destra per largo sentiero e dopo circa 50 metri si giunge a un bivio, dove il sentiero più stretto e indicato con vernice bianco-rossa prosegue in piano verso destra. Il sentiero è ora ben evidente e segnato, attraversa prima il letto di un torrente poi sempre in piano attraversa la rada boscaglia che costeggia il fiume fino a quando sulla sinistra si incrocia una cappelletta votiva affrescata e subito dopo un bivio. Prendere il largo sentiero in pietra che sale a sinistra (quello più basso conduce alla base della cascata del Soladino) costeggiando il limite inferiore del Sasso Trolcia. Dopo poche curve si trova a sinistra un evidente ometto e una corda fissa che porta all’attacco del “Nodo Infinito”, mentre proseguendo poco oltre si trova in terra contro le rocce un cartello di “pericolo caduta sassi”: pochi metri sopra a sinistra si trova l’evidente ometto e la traccia che costeggiando la parete porta all’attacco (40 minuti dall’auto).
Partenza in corrispondenza di un’evidente fessura sottile che termina con un tettino a “L” fessurato verso sinistra, fix a circa 6m da terra sotto il tettino e chiodo vecchio nella fessura alla sua destra (vedi foto 2 e 3).
ATTREZZATURA
Via poco attrezzata con un mix di qualche vecchio chiodo e fix (max 3 per tiro) ma sempre nei punti giusti. D’altra parte, svolgendosi interamente in fessura, è quasi ovunque facilmente proteggibile con protezioni veloci. A titolo indicativo delle varie misure di fessura nel disegno abbiamo indicato le protezioni da noi usate, tuttavia la lunga successione di lame e fessure di ogni misura rende possibile piazzare un numero indefinibile di friends e nuts: consigliabile portarsi una mazzetta di stoppers, una serie di cams misure medio-piccola (BD C4 da #0.5 viola al #4 grigio, utile ma non indispensabile raddoppiare il #1 rosso e #2 giallo) e una serie micro (alien o totemcam dal verde al rosso). Mezze corde da 60m obbligatorie per le calate. Con eccezione della prima sosta tutte le altre sono fatte da 2 fix oppure 1 fix + 1 ch. a pressione con anello da collegare.
NOTA: lungi dal dubitare delle capacità dei ripetitori, occorre tenere comunque conto che le calate di discesa sono attrezzate lungo una linea molto spostata; nell’ipotesi si rendesse necessaria una ritirata prematura lungo la via di salita è consigliabile avere con se dei cordini sottili per collegare le piastrine di sosta e una maglia rapida per attrezzare le calate.
DISCESA
La sosta S5 di arrivo dell’ultima lunghezza è attrezzata con due fix uniti da cordino e maglia rapida per calata. Due doppie da 50m lungo la verticale della sosta portano alla base della parete, circa 30m a monte dell’attacco di partenza.
VIA
Vedere lo schizzo e le seguenti note.
1° tiro: Entrata al fulmicotone su lungo fessurino verticale di dita, piedi in appoggio su buone tacche laterali a sinistra, puntando al vecchio chiodo (usare al suo posto il fix 1m a sx); afferrare la fessura che borda il tettino a “L”, in opposizione traversare verso sinistra e poi rimontare il tettino. Raggiungere le grosse lame sopra la verticale che piegano poi verso dx, ancora con faticosa opposizione, e salire il breve diedro fessurato (1 fix + 1 vecchio spit) che al suo termine diventa lama, diventando via via più semplice man mano che si allarga verso l’alto. Dall’ultimo fix alla sosta, restando lungo la lama, ci corrono circa 10m facili ma sprotetti (vecchio chiodo inutile circa 1m sotto la sosta). Sosta appesi su 1 fix + 2 ch. a pressione collegati da cordino giallo e maillon di calata. 25m. 6b, 2 fix (+ 2 chiodi)
2° tiro: Uscire a dx dalla sosta (1 fix) e salire fin sotto la grossa lama rovescia che si afferra stando compressi in faticosa opposizione prendendo il suo bordo inferiore, piedi spalmati, proseguendo verso destra e infine rimontandola con decisione (1 fix). La lama-fessura ora si allarga molto ma diventa più facile fino alla sosta (pochi metri sotto la sosta c’è possibilità di piazzare un friend C4 #4 sul fondo, da allungare molto). Sosta appesi su 2 fix da collegare. 25m. 6b+, 3 fix.
3° tiro: Master pitch. Per fessura stretta salire fin sotto il bordo del tettino e attraversare verso destra sfruttando la lama rovescia del suo bordo (1 fix), al termine del traverso buon punto di riposo sui piedi su bordo sporgente. Alzarsi lungo la splendida fessura lineare e verticale (1 fix), dopo pochi metri la fessura si allarga progressivamente consentendo movimenti di incastro sia di piede sinistro che di mano e al suo termine un ultimo incastro di dita permette di ristabilire l’equilibrio e uscire a destra su comodo basamento (1 chiodo vecchio). Ultimi metri facili a superare il breve muretto finale e la sosta su comoda cengia a sinistra, 2 fix da collegare. 30m. 6b+, 2 fix (+ 1 chiodo).
4° tiro: Bello ma non così innocuo come parrebbe alla vista. Attraversare facilmente per circa 4m in piano verso destra aggirando un grosso blocco e alzarsi in verticale alcuni metri dove è più facile (un paio di balze erbose) fin sotto un muro scuro (1 fix scuro, visibile anche dalla sosta). Superare il muro su belle tacche e raggiungere la grossa lama rovescia e rimontarla faticosamente ancora in atletica opposizione. Superata la lama puntare all’albero soprastante, da qui verso destra stando sul bordo dell’evidente spigolo si segue una bellissima fessurina di dita che al suo termine porta alla sosta. Sosta appesi su 1 fix + 1ch. a pressione. 30m. 6a/+, 1 fix.
Nota: giunti poco sopra l’albero, sulla placca a dx dello spigolo, si nota un fix che potrebbe suggerire una diversa linea di salita alla medesima sosta (non verificata), ma la descrizione in nostro possesso lo attribuisce alla “via del Pale” che passa pochi metri a destra. Diversi metri più sotto e alla base di un vago diedro scuro è invece visibile un altro spit-rock che pare schiacciato.
5° tiro: Ultimo ma non in ordine di bellezza. Spostarsi a sx della sosta e salire il diedrino (1 ch. vecchio in partenza) finché piega verso destra formando un arco (1 fix). Alzarsi pochi metri con bellissima e faticosa opposizione prendendo il bordo dell’arco fessurato e piedi spalmati, spostarsi verso destra al termine della fessura (1 fix) e iniziare un deciso traverso ancora verso dx delicato su tacchette per i piedi (1 fix). Alla fine del traverso, dove le difficoltà diminuiscono iniziare la discesa ancora a destra per alcuni metri (facile) fino a guadagnare l’ultima sosta su piccolo pulpito, 2 fix collegati con cordino + maillon di calata. 30m. 6b, 3 fix.
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del giugno 2015. A cura di Brambi