L’ultima follia di Sir Bis

Valle dell’Orco – Sergent

Daniele Caneparo, Enzo Ciavattini e Maurizio Oviglia (1984)

Ovest (1a parte) – Sud-Est (2a parte), 150m, 7 tiri, ED (6C o 6a/A1 obbl.)

 

Una via estremamente varia che rimane sul lato destro del Sergent nel suo settore meno verticale rispetto i settori dove restano vie più blasonate: prevalentemente da salire usando tecniche di incastro di ogni genere. Assai bella ed estetica a vedersi (un po’ meno da scalare) è la partenza in una fessura netta e regolare per una decina di metri, che poi diventa stretto camino. Ultimo, ma non per ingaggio, il famigerato traverso sprotetto a bordo di tetto per dare quel tocco di concentrazione che deve essere mantenuta fino alla fine della via.

Arrampicata sostenuta e impegnativa al punto giusto, riservata a persone che hanno dimestichezza con il piazzamento di friends, anche per attrezzare o rinforzare le soste.

 

icona    ACCESSO

Due possibilità, entrambe partendo dal parcheggio di fronte al camping “La peschera”, pressoché di uguale lunghezza (20 minuti circa).

1) Dal parcheggio rimontare il dosso erboso che delimita la strada e seguire il largo sterrato verso destra che subito diventa sentiero e sale per pietraia puntando al settore più basso del Sergent aggirando verso destra il settore dei tetti neri. Si oltrepassa il bivio con cartello in legno “Settore sinistro / Settore centrale” tenendo la destra e si raggiunge la base della parete dove stanno gli attacchi delle super-classiche (“Diedro del mistero”, “Incastromania”, “Disperazione”, etc.). Ancora seguendo il sentiero verso destra si giunge al settore “Lost Arrow” e da qui in discesa si supera prima l’attacco della via “Locatelli”, poi l’ampio canale terroso dentro cui attacca “Elisir d’incastro” (attacco su parete di sinistra guardando il canale, sormontato il risalto di roccia) e più sotto il diedro-fessura iniziale di “Le chiacchere stanno a zero” (fix visibili sullo spigolo che prosegue oltre la fessura). Ancora 20 m in discesa a si raggiunge la base di roccia dove fa bella mostra la regolare fessura di attacco che più sopra si allarga a stretto camino (visibili tre cordoni strozzati attorno ai sassi incastrati nella fessura).

2) Dal parcheggio seguire la strada asfaltata verso valle, oltrepassare la sbarra di transito e il grosso masso a sinistra (“Fissure du panetton”). Circa 100m più avanti si imbocca a sinistra una traccia che si addentra nel bosco (ometti) e in breve arriva al “Masso della riscoperta”; proseguire seguendo il sentiero che poco dopo si inerpica lungo la pietraia e seguendo rari ometti si giunge alla base della parete dove si trova l’attacco di “Nautilus” e 15m alla sua sinistra “Jedi Master”. Risalire ancora verso sinistra per altri 50 m circa fino alla base di roccia dove fa bella mostra la regolare fessura di attacco che più sopra si allarga a stretto camino (visibili tre cordoni strozzati attorno ai sassi incastrati nella fessura).

icona   ATTREZZATURA

Via interamente da attrezzare. I primi 10 m di fessura fuori-misura presentano 3 grossi sassi incastrati attorno i quali sono strozzati spezzoni di corda già pronti per assicurazione (utili anche alla progressione come nel nostro caso). Il traverso in placca di L5 presenta circa 8m in traverso improteggibile sul bordo di un tetto. Considerare due soste da attrezzare completamente su friends.

Indichiamo qui quanto abbiamo realmente usato soprattutto considerando che i primi metri di fessura fuori-misura l’abbiamo salita in artificiale tirando cordoni e friends: 1 serie di camme BD tipo Camalot da #0.4 a #3. Misure doppie da #1 a #3 (meglio tripli #1 e #2 se si sceglie di concatenare L4 e L5). Un BD tipo Camalot #4, preferibile anche un #5 volendo rendere più semplice il tratto in A0 di L1.

Soste in generale su mazzi di cordini strozzati su blocchi incastrati, portare eventualmente un lungo spezzone di corda per sostituire i più malmessi.

5 rinvii liberi, altri 5 rinvii per allungare i friends. Due anelli di corda molto lunghi per allungare le protezioni nei punti di maggiore attrito. Due corde da 60m indispensabili per le calate di discesa.

icona  DISCESA

Da S7 con 3 doppie: S7 (fix + maillon) –> S6 (fix + anello) –> cengia mediana.

Dalla cengia mediana seguire a ritroso il sentierino che porta verso la S2 (sosta in uscita dal camino): circa 20m prima di giungere alla S2 si nota a destra (viso a valle) la sosta per l’ultima calata (2 fix con cordone + maillon) montata su uno spigolo a sbalzo sul larghissimo camino lungo la cui parete di destra è visibile la linea fessurata di “Elisir d’incastro”.

Sir Bis – fessura di attacco e camino in L1

Sir Bis – tracciato di salita 2° parte

 

icona  VIA

Vedere le seguenti note e la foto col tracciato (approssimativo, così come numero e misure delle protezioni veloci è indicativo potendo piazzarle praticamente a piacere).

1° tiro: Primi 10m in fessura fuori-misura, sembra accattivante e semplice ma lo è solo il primo metro piuttosto stretto su cui ci si incastra col piede per piazzare il friend #4. Più oltre è lamento e stridor di denti. I sassi incastrati sono saldi e “dovrebbero” essere usati come appigli per la progressione se non fosse che mantenere la posizione incastrata con gamba e spalla per moschettonare i cordoni è affare serio e di non facile soluzione.

Buon ripiano stretto da rimontare a fine fessura che consente di riprendere fiato. Qui la salita diventa più morbida benché “strisciante” (2 grossi sassi incastrati con cordoni) passando in stretto camino che gode di buoni e netti appoggi ai bordi. Sosta stretta nel camino con cengia di base e su grosso sasso incastrato con cordoni e moschettone a ghiera (20m,  5B e A1 o 6c, S1 su grosso blocco incastrato).

NOTA: una variante soft di L1 consente di evitare la battaglia con friends di grossa misura, poi inutilizzati sul resto della salita: salire i primi 8m della bella fessura-monotiro “Le chiacchere stanno a zero” circa 20m a sinistra e più in alto rispetto l’attacco di Sir Bis; finita la fessura rinviare il primo fix sullo spigolo (da allungare per gli attriti) e poi traversare a destra in discesa per 4m su placca molto appoggiata benché sprotetta fino a raggiungere la S1 di Sir Bis (15m, 6A/6A+).

2° tiro: Entrare in profondità nel camino passando sotto il primo grosso blocco incastrato e salire il camino in opposizione nel suo punto più facile e più generoso di appigli. Rimontato un secondo blocco incastrato il camino si allarga ancora e si entra più in profondità: è questo il punto dove è possibile sentire sul lato opposto le voci di chi sta scalando il camino del “Nautilus” essendo le due parti tra loro comunicanti (possibile usare un curioso tondino metallico infisso nella parete attorno il quale strozzare un cordino per assicurazione).

Più in alto il camino si restringe e dal buio si passa alla luce passando attraverso un buco formato dal camino stesso e un masso che lo chiude (30m, 5A, S2 su 1 fix + spuntone).

COLLEGAMENTO: da S2 si rimontano prima un paio di blocchi di roccia e poi seguendo la traccia di sentiero per circa 100m in diagonale ascendente a destra fino a raggiungere una zona con pietraia.

Qui è visibile a sinistra una cengia con albero a circa 10m da terra, più a destra un avancorpo un poco lichenato con un fix al suo culmine. Il settore di parete sopra la pietraia è bordato sul suo lato destro da un netto diedro fessurato chiuso da tre tetti, lungo cui passa “Jedi Master”, e uno zoccolo roccioso sormontato da una netta cengia intuibile ampia e lunga che fa da base al diedro.

Circa 10m a sinistra di “Jedi Master” lo zoccolo roccioso forma un vago diedro che muore contro la parete verticale chiusa da un tetto e più sopra un abete (o larice o qualsivoglia albero suo simile che possa distinguersi e indicarvi la direzione di prosecuzione).

S2bis: sosta da attrezzare in fessura a sinistra del vago diedro sotto la verticale del primo tetto con larice (prima era un abete…).

3° tiro: Breve ma peloso. Salire il vago diedro sfruttando due fessure strette e intasate di erba (camme BD #0.4 e #0.5, non banale da proteggere) poi superare il tettino fessurato verso destra sfruttando la larga spaccatura orizzontale e portarsi alla base della bella fessura verticale su cui si attrezza la sosta (15m, 5B, S3 con friends #1, #2, #3).

NOTA: prestare attenzione a non usare il grosso blocco visibile a sinistra sopra il tettino perché sembra pericoloso.

4° tiro: Splendida lunghezza prima a incastro di mano (BD #1, #2, clessidra), poi traverso a sinistra su fessurino orizzontale con piedi spalmo (1 ch.) e quindi breve risalto un poco strap (altro chiodo).

Qui la fessura prosegue facile fin sotto il tetto (cordone) ove è possibile sostare oppure superare il tetto a sinistra con altro movimento strap (bellissimi incastri di mano su fessura rovescia) e fare sosta su friends poco sopra (25m, 6A, S4 con friends #1, #2, #3). Comunque sosta scomoda in entrambi i casi.

5° tiro: Possibile e consigliabile concatenarlo con L4 precedente, se il vostro compagno ve lo consente. In questo caso è fondamentale rinviare prima del tetto con almeno un metro di allungo per evitare il tirage della corda.

Superare il tetto a sinistra con ampio gesto atletico verso lame nette, seguire pochi metri la fessura e continuare piegando a destra dove prosegue diventando nettissima con incastri di mano su un diedro a libro chiuso dal marcato tetto (1 friend incastrato, friends BD # 0.75, #1, #2, #3).

Altro movimento atletico per uscire dal tetto verso sinistra e si agguanta la sosta, appesi su matassa di buoni cordoni su masso incastrato (15m, 6A, S5 su cordoni e maillon, possibile rinforzare con friend BD #2).

6° tiro: Se siete stati bastardi avete concatenato L4 e L5 apposta per lasciare al vostro socio questo tiro: uno sguardo a destra e vedete il bordo del tetto che indica la direzione per continuare. In alternativa, la maglia rapida ci è parsa in ottime condizioni così pure i numerosi cordoni nella sosta per buttare le doppie in coppa alla merenda…

Salire a sinistra sopra la sosta e oltre il bordo si apre la placca da attraversare per 8m non proteggibili, rinviando solo il primo chiodo poco sopra la sosta ma non visibile dal basso (1 ch.).

Da qui tenendo una lametta abbassarsi d.e.l.i.c.a.t.a.m.e.n.t.e. verso il bordo del tetto puntando un netto gradino. Fino qui siete ancora vicini al punto di partenza, un paio di passi ancora su concrezioni e piccoli appigli vi porteranno verso il punto di non-ritorno ma il più è ormai fatto, vi avvicinate al bordo destro della placca dove trovate un chiodo di cartone sul quale è meglio non spendere troppe energie, in favore invece di due solidi friends BD #0.4 e #0.5.

Un ultimo movimento di astuzia e decisione per superare il tettino che sovrasta la placca (1 friend BD #0.4) e si giunge alla sosta di “Jedi Master”. Consigliabilissimo fermarsi qui per godere appieno dello spettacolo verso il secondo di cordata a cui potrete snocciolare foto e sfottò (20m, 5C, S6 appesi su fix con anello).

7° tiro: A sinistra verso un piccolo ginepro (1 friend incastrato) seguito da un muro solcato da stretta fessura verticale (1 friend BD #0.5). Raggiunta la fessura orizzontale più alta traversare verso sinistra sotto un piccolo bombé che mostra una bellissima e regolare spaccatura che anche se prosegue con scarsa inclinazione è parecchio divertente per giungere alla comoda sosta (25m, 5C, S7 su fix e maillon)

Da questa è possibile proseguire salendo gli ultimi due tiri di “Jedi Master” o più facilmente seguendo le belle e facili fessure di “Nautilus”.

Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del giugno 2021.