Val di Zocca (Val Masino) – Punta Allievi (3120m)
A. Erba, A. Fumagalli (1973)
Parete Est, 290m, 8 tiri, TD (VI+, obbl. VI/A0)
Questa bellissima via, è una delle classiche più ripetute della Val di Zocca, nonostante l’accesso sia tutt’altro che agevole. La via è frutto di una grande intuizione degli apritori, che hanno letteralmente “scovato” questa eccezionale linea fatta di una successione quasi ininterrotta di fessure e diedri che conduce infine in cima alla Punta Allievi, attraverso un ambiente severo. In anni successivi sulla parete est sono stati aperti altri itinerari che non hanno eguagliato la Erba Fumagalli per notorietà.
ACCESSO
La Val di Zocca è una delle valli più frequentate sul lato italiano del gruppo Masino-Bregaglia per la bellezza dei suoi ambienti, nonostante l’accesso non sia affatto breve. Il rifugio Allievi-Bonacossa è la base per le scalate della valle, nonché una delle tappe del celebre trekking “Sentiero Roma”. Per accedere al rifugio è necessario raggiungere il parcheggio del ristoro “Gatto Rosso” in Val di Mello. Se l’accesso alla Valle è consentito alle auto, è possibile munirsi dell’apposito ticket a San Martino (5 euro), in caso contrario è disponibile il bus-navetta dal parcheggio di San Martino. Da qui percorrere la Val di Mello sino a che, una volta oltrepassate le baite di Cascina Piana, si trova la deviazione per il rifugio sulla sinistra. Salendo a ripidi tornanti per il bosco (possibilità di rifornirsi di acqua lungo il sentiero) e successivamente per pascoli si giunge alla bucolica piana di Zocca (2070m). Dalla piana si può già intravedere il rifugio che si raggiunge salendo un ultimo ripido pendio (2400m, 3h – 3h15′ dal parcheggio).
Dal rifugio si prosegue sul sentiero Roma verso il rifugio Ponti per una decina di minuti e poi per tracce di sentiero si punta in direzione dell’evidente spigolo della Punta Allievi dove corre la via Gervasutti. Si aggira lo spigolo tenendolo sulla sinistra e risalire il vallone sino al termine della parete est della Punta Allievi, attraversando il nevaio (utili un paio di ramponcini) più o meno esteso a seconda della stagione. Da fondo valle si risale la cengia erbosa che sale da destra verso sinistra, passando per un paio di intagli rocciosi (fare attenzione!) sino all’attacco della via, riconoscibile da un ometto, una fascia rocciosa e un tetto con cordini penzolanti (da non seguire!). 1h abbondante dal rifugio.
ATTREZZATURA
Via parzialmente attrezzata a chiodi (sicuri), ma quasi ovunque è possibile proteggersi con nut e friend intermedi (Cam# 0.75 – 3, eventualmente raddoppiando 1 e 2). Le soste sono attrezzate con chiodi da collegare e/o rinforzare.
DISCESA
Dalla vetta dirigersi inizialmente verso la cima di sinistra e successivamente scendere il pendio in direzione SW puntando verso l’evidente colle detritico tra la Punta Allievi e la Cima di Zocca (presenza di ometti lungo il percorso). Da qui per canalini e cenge sassose scendere il ripido versante della Val di Zocca (bella vista sulla spigolo Gervasutti), con qualche breve passo di arrampicata (attenzione!) fino alla base della Punta Allievi e poi per tracce di sentiero fino il rifugio (1h – 1h20′).
VIA
Vedere lo schizzo e le seguenti note.
1° tiro: Dalla cengia di attacco superare la fascia rocciosa nel punto più semplice. Una volta sulla cengia erbosa sovrastante NON farsi ingannare dalla semplice fessura che conduce a dei cordini sotto un tetto: è la calata di ritiro di quelli che sbagliano… come noi!! Traversare invece la cengia verso destra (presente un chiodo nascosto dall’erba) sono a raggiungere una lama-diedro che si risale interamente fino alla prima sosta, un po’ scomoda (chiodo e clessidra con cordini). IV, V
2° tiro: Risalire le meravigliose lame seguendole sino alla comoda sosta (2 chiodi). Nonostante i soli due chiodi presenti, è possibile proteggersi facilmente con friend medio-piccoli. Arrampicata esaltante! V+
3° tiro: Dalla sosta traversare verso destra sino a raggiungere un chiodo. Da qui parte un diedro-camino che si segue sino a giungere su una comoda cengetta dove si sosta (2 chiodi). V
4° tiro: Obliquare verso destra per placca poco protetta e delicata, sino a giungere ad una lama verticale, molto ben chiodata, che conduce in sosta alla base di un netto diedro fessurato (2 chiodi). Lunghezza non banale che necessita un minimo di intuito per scegliere la linea di passaggio più semplice. V, V+
5° tiro: Risalire il diedro, delicato e spesso umido nei primi metri, fino ad un tettino che si aggira a sinistra. Entrare quindi in un diedro-fessura verso destra che si percorre fino ad una nicchia dove si sosta (2 chiodi). Il tiro è lungo e tortuoso: fare attenzione ad allungare le protezioni nei cambi di direzione!. V+, IV+
6° tiro: Traversare a destra aggirando lo spigolo con passaggio esposto. Risalire per diedrini sino alla sosta (2 chiodi). V
7° tiro: Obliquare a sinistra per facile placca lavorata, e portarsi alla base di un diedro che si percorre sino alla caratteristica sosta posta dentro una nicchia-camino (2 chiodi); Il tiro è completamente sprotetto, e non proteggibile fino al diedro, ma è il tratto più semplice della via. IV+
8° tiro: Tiro chiave. In partenza è possibile proteggersi su chiodo posto in fondo alla nicchia da allungare molto. Dapprima in opposizione e poi sfruttando gli appoggi dentro il camino, superare a sinistra il breve tratto aggettante, con faticosa tecnica di opposizione schiena-piedi. Il camino non è lungo ma stretto e le sue pareti lisce, fatta eccezione per un paio di provvidenziali concrezioni che aiutano a raggiungere una protezione con cordone penzolante in uscita dalla strettoia: il suo aspetto non era molto rassicurante, ma è meglio di niente! Una volta usciti dal camino, si prosegue in un diedro-fessura decisamente più facile e ben proteggibile (allungare le protezioni!) sino in vetta (sosta su grosso blocco o clessidra). VI+, V
PS: in alternativa, anziché passare per il camino, più faticoso ma più protetto, è possibile superare il passo chiave spostandosi a sinistra di qualche metro fuori dal grottino e risalire superando un risalto che riporta nel camino, in posizione più comoda. Noi non abbiamo optato per questa soluzione, meno protetta ma sulla carta leggermente più semplice (VI).
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del Settembre 2011. A cura di Mazzo e Brambi
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