Pilastri di Alpe Gera (Muro dei misteri)
L. Maspes, F. Lucini, C. Salvatori, A. Salvetti (2002)
Sud-Ovest, 230m, 8 tiri (6b+, obbl. 6a+)
I pilastri sopra la diga di Alpe Gera (anche detti pilastri o placche di Campo Moro) sono tra le mete più gettonate tra gli arrampicatori lombardi nelle giornate più calde dell’anno data la quota, la favorevole esposizione, il meraviglioso contesto e, soprattutto, la comodità di approccio. E’ un’ovvia banalità in questa pratica sportiva ed è per questo che la probabilità di trovare altre cordate davanti sulle solite “Caprice”, “Houston”, “Lili”, etc. è altissima (il che va benissimo se lo scopo è farsi un aperitivo in sosta e cercare di rimorchiare l’allieva del corso). Meno scontato è invece scovare tra le innumerevoli linee qualcosa di più raffinato per i palati dei climbers più esigenti (ne esistono a decinaia ma le informazioni sono poco o per nulla divulgate).
Il Muro dei misteri, la Parete del freddo mattino e la Parete della diga sono siti poco battuti al di fuori dei locals, sulle quali passano vie decisamente impegnative e meriterebbero più attenzione tra gli arrampicatori. Scegliendo il percorso a piedi per la discesa dalla via, suggeriamo anche una sosta per fare uno o due tiri alla storica falesia (sic!) “Toro Seduto” appena sopra l’ingresso della val Poschiavina, una vera chicca per gli amanti della placca.
ACCESSO
Da Milano prendere la strada statale SS36 in direzione Lecco-Sondrio e seguire le indicazioni per Valmalenco-Lanzada. Giunti a Campo Franscia proseguire ancora alcuni kilometri in direzione Campo Moro, oltrepassare alcune gallerie e giungere poi sull’ampio spiazzo sottostante il rifugio Zoia; proseguire oltre fino a sbucare sull’ampia piana di Campo Moro dominata dall’imponente diga che chiude la testata della valle. Dopo l’ultima galleria tutti i parcheggi sono a pagamento (al mattino qualche possibilità di parcheggio gratuito a bordo strada prima dell’ultima galleria).
A piedi dirigersi lungo la strada sterrata che sale verso la diga e risalirla fino in cima. Raggiunta la murata della diga, tenere la sponda destra nel senso di marcia costeggiando il lago per circa 100m. Alcune decine di metri prima della galleria scavata nella roccia, a destra si trova un ometto di pietre e traccia su pendio erboso che conduce in pochi minuti alla base del Muro dei misteri, più o meno in corrispondenza di un diedro-camino nero (scritta numero “17” in vernice gialla alla base). Proseguire verso destra in ripida salita costeggiando la parete per altri 70m circa, fino ad un marcato diedro nero obliquo e una docile rampa con fix nuovi visibili (5m ancora più a destra si trova una scritta “16” in vernice gialla e poco dopo una fila di fix della via “El Veronica”).
Poco meno di 10 minuti dalla cima della diga.
ATTREZZATURA
10 rinvii di cui almeno 3 lunghi. Mezze corde da 60m, consigliate ma non indispensabili. Cordini per sostituire alcuni collegamenti delle soste.
Fix del 10, chiave del 17 utile per serrare i dadi, alcuni li abbiamo trovati mobili con pericolo che sfilassero la piastrina dal tassello.
Chiodatura S2, utili friends da medio #2 BD a molto piccoli #0.3 BD comunque non di facile posizionamento nei passaggi più impegnativi. A titolo indicativo, noi abbiamo usato saltuariamente misure Totem Cam tra nero e arancio, forse più per conforto che reale necessità di integrazione.
DISCESA
E’ consigliata la discesa a piedi, assai bella in ambiente bucolico e altrettanto rapida (30 min circa): da S8 spostarsi a sinistra 5m e reperire la sosta con anello inox di calata. Da qui 40m di doppia fino alla grande cengia, poi camminare facilmente verso sinistra (viso a monte) costeggiando le pareti, entrare nello stretto valloncello dove compaiono i primi ometti che in pochi minuti conducono al bordo destro della pseudo-falesia “Toro Seduto” per poi piegare a sinistra su prato fino a congiungersi alla strada carrozzabile che collega la diga di Alpe Gera all’alpe Val Poschiavina .
VIA
Vedere lo schizzo e le seguenti note.
1° tiro: Facile rampa verso destra. Sosta comoda su 2 fix collegati da cordino e maillon di calata. 25m. 4c, 3 fix
2° tiro: Trascurare i fix della linea che giunge da destra (“El Veronica” passa a lato di pochi metri ma abbastanza indipendente), salire poi la placca con singolo movimento più deciso in uscita dal muretto pochi metri sotto la sosta. Sosta comoda su 2 fix collegati con cordino e maillon di calata. 30m. 5b, 4 fix.
3° tiro: Il primo vero tiro della via: pochi metri per raggiungere un lieve bombamento, movimento strap per rinviare il primo fix poi verso destra ad afferrare una lama-fessura che consente di superare il bombé, quindi più facile fino in sosta (fare attenzione al movimento sotto il primo fix, a freddo potrebbe diventare come l’ossicino di pollo nella gola … diciamo che è un entry test per decidere se avete pisciato fuori dal vaso). Sosta comoda su 2 fix collegati con cordino e maillon di calata. 25m. 5c, 4 fix.
4° tiro: Prima un raccordo su cengia erbosa, poi puntare al bordo destro di uno spigolo frastagliato e nerastro, bordato a sinistra da un diedro nero chiuso da un tetto triangolare (attenzione: pochi metri a destra passa la linea di fix della via “El Veronica”, molto più vicina al bordo dello spigolo).
Da destra verso sinistra, rinviare il primo fix visibile sul filo di spigolo (fix alto, possibile integrare più sotto con un friend #0.5 BD) e da questo spostarsi decisamente verso sinistra verso il diedro nero chiuso dal tetto che si supera alla sua sinistra. Fessura poi bella placca tecnica di movimento fin sotto una cornice orizzontale sporgente: rimontarne il bordo con difficile movimento (fix ben messo ad altezza panza, ma le prese sono verticali con i piedi che si perdono di vista) e uscirne sopra su bellissima placca tecnica che elegantemente conduce in sosta (scomoda). 35m. 6a+, 7 fix.
5° tiro: Salire pochi metri sopra la sosta, poi traverso con piedi bassi verso destra sotto una panzina con buoni appigli ma maldisposti (possibile tratto umido prima del traverso, volendo ci sta un friend #0.3 BD). Dritti su buone fessure verso una seconda panzina più pronunciata e liscia che si può superare verso sinistra telefonando per consigli al dott. Panzina oppure (come noi) montando un bel cordino per staffa sul fix salvifico. Attenzione ai metri successivi con placca di piedi e infida fessura diagonale sfuggente (friend #0.75 BD), poi più facile verso sinistra per superare gli ultimi 3m di muro fessurato (possibile mettere un Totem Cam nero di conforto prima dell’ultima rimonta). Sosta comoda, 2 fix collegati con cordino + maillon di calata. 35m. 6b+, 7 fix.
6° tiro: Pochi metri tutt’altro che banali fino al bordo della seconda cengia. 30m. 4a, 2 fix.
7° tiro: Prima un raccordo su cengia erbosa, poi puntando all’avancorpo posto di fronte che presenta una facile rampa ascendente da sinistra verso destra, che termina sotto un muro verticale giallo-arancio (meglio fare sicura al capocordata stando alla base della rampa in posizione comoda con piena visibilità verso l’alto).
Salire pochi metri dritti sul muro, poi verso sinistra a rimontare coi piedi un gradino sotto un estetico diedro a libro. Entrare quindi nel favoloso diedro da superare in dulfer con strette ma nette fessure di dita (eventualmente in partenza #1 BD) ed uscirne a destra al suo termine sotto un muro aggettante con lama-fessura verticale. Salire interamente la fessura (pumpy, eventualmente piazzare un friend #2 BD) e al suo termine rimontare nella nicchia a sinistra sotto l’ultima pronunciata panza. Sosta scomoda nella nicchia con 2 fix collegati con cordino. 25m. 6a+, 6 fix.
8° tiro: Breve tiro ma con passo muscolare e sbilanciante all’inizio: sarebbe raccomandabile posizionare un solido friends #2 BD poco a destra e più in alto della sosta prima di eseguire il movimento verso il fix, per evitare in caso di caduta di finire al di sotto della nicchia.
Dalla sosta traversare quindi sotto il bombamento andando verso destra un paio di metri e afferrando il bordo di una lama verticale, migliore e meno sfuggente se presa in alto. Alzarsi con decisione e trazione di braccia + posizionamento preciso dei piedi, rinviare il primo fix (decisamente alto) e spostarsi verso destra in un corto diedro; è possibile integrare con friend #0.5 BD dopo il 2° fix per trattenere la corda ed evitarne lo scorrimento tra le numerose lame verticali. Sosta in cima al pilastro con 2 fix non collegati. 20m. 6a, 3 fix.
La sosta con anello di calata è visibile pochi metri più a sinistra alla stessa altezza.
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione di agosto 2022.
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