Vallone di Piantonetto – Becco Meridionale della Tribolazione (3360m)
Rinaldo Sartore e Roberto Perucca (1984)
Parete Sud-Est, 250m, 6 tiri, TD+ (6a obbl.)
Una via di gran classe, una linea “pulita” che percorre diedri fessurati con roccia strepitosa: è una delle classiche del Becco pur non essendo tra le più ripetute, in favore delle più note Malvassora e Grassi-Re. Rispetto a quest’ultima condivide la bellezza della scalata e la forte verticalità tuttavia risulta un po’ più impegnativa per continuità e chiodatura ridotta all’essenziale.
Questa via come altre sulla stessa parete è stata aperta completamente in libera valutandola di VI, oggi considerata di 6A+.
ACCESSO
Dal parcheggio della diga di Teleccio raggiungere il rif. Pontese (40’ circa). Da qui prendere il sentiero sul retro dell’edificio che subito scende e poco dopo prendere in discesa attraversando in corrispondenza del ponte in legno che attraversa il torrente, continuando quindi sul sentiero principale nuovamente in salita che dopo un’ampia curva raggiunge un piano con paline segnaletiche. Seguire le indicazioni per il Colle dei Becchi fino alla base della pietraia che scende dal Becco della Tribolazione dove si trova la deviazione per il bivacco Ivrea (scritta in vernice rossa sulle rocce, fin qui è possibile rifornirsi di acqua al torrente). Seguendo verso dx i radi ometti salire in direzione della parete Sud-Est dapprima attraversando una zona con grossi blocchi poi su terreno morenico e sfasciumi fino a portarsi sotto la rampa che forma lo zoccolo di base (possibile un piccolo nevaio fino tarda stagione). Circa 2h dal rif. Pontese. Da qui portarsi all’imbocco dello stretto camino che delimita a dx faccia a monte lo zoccolo (vedere foto più avanti); seguendo gli ometti, poco visibili nella parte bassa iniziale, risalire completamente lo zoccolo con percorso tortuoso su cenge e brevi salti fino a guadagnare la base dello sperone rossastro che segna l’attacco della via Malvassora. Aggirarlo verso sx (faccia a monte) portandosi in basso a destra della direttrice che scende dalla grande macchia bianca, in corrispondenza di un netto diedro (2h45’ abbondanti dal rifugio, di cui almeno 45’ minuti per il solo zoccolo senza sbagliare percorso).
ATTREZZATURA
Via quasi interamente da proteggere: 5 chiodi sul tiro più chiodato (alcuni precari) ma quasi ovunque ci si protegge ottimamente con nuts, anche micro, e friends (cams #0.3 – 3 BD, raddoppiando le misure da #0.5 a #2). Dal 2013 le soste di questa via così come quelle della Malvassora e Grassi-Re sono state sistemate con spit, catena e anello di calata.
10 rinvii. Corde da 60m indispensabili.
DISCESA
Molto rapida: dalla S6 con 5 doppie saltando S2.
NB: da S4 (alla nicchia) calarsi tenendo la dx (faccia monte) ricordando di non saltare S3. Dall’attacco a ritroso verso sx (faccia a valle) ripassando alla base dello sperone che segna la direttrice di salita della via Malvassora, seguendo la traccia di salita e gli ometti (foto). In caso di necessità, sono state allestite 5 calate da 50m sullo zoccolo lungo il suo canale-camino che delimita il bordo dx della traccia di normale accesso alla parete; vista la possibilità di provocare scariche di pietre è raccomandato il loro uso solo in caso di emergenza maltempo o con visibilità assente.
VIA
Vedere il disegno e le seguenti note (schizzo approssimativo, così come numero e misure delle protezioni veloci è indicativo, potendo piazzarle praticamente a piacere).
Attaccare la larga fessura in corrispondenza del diedro posto 10m a sinistra della via “Gran finale” (questa ha uno spit con cordino rosa visibile a circa 10m da terra).
1° tiro: Salire il diedro di partenza con larga fessura e in leggero obliquo verso dx salire la successiva zona di gradoni. Portarsi alla base del corto diedro, superarlo con elegante arrampicata stando sulla sua faccia sx (2 chiodi) e poi con difficoltà minori fino alla sosta (45m, 6A)
2° tiro: Arrampicata sostenuta ed esaltante. Da S1 traversare pochi metri a sx sul bordo inclinato e prendendo una fessura portarsi alla base del netto e lungo diedro soprastante. Risalirlo fino al suo termine, nel punto dove si chiude (chiodo) uscire in placca delicata verso dx fino alla sosta su stretto terrazzino (S2 è della vicina “Gran finale” ma è raccomandabile spezzare il tiro; ignorare i chiodi arancio pochi metri in alto a sx del diedro, sono di una sosta sbagliata). (30m, 6A+)
3° tiro: Breve ma insidioso. Superare il muro sopra la sosta, corto ma poco proteggibile per alcuni metri. Più facilmente si prosegue per muretti fino alla sosta. (15m, 5C)
4° tiro: Altro tiro vario ed entusiasmante. Traversare alcuni metri a sx stando bassi, con buona fessura rimontare il breve muretto di accesso ad un corto diedro chiuso da tettino (proteggere bene e allungare le protezioni sotto il tetto). Superare verso sx il tettino usando la fessura alla sua base (delicato) raggiungendo il primo di due diedri verticali su granito rosso (2 chiodi in alto dopo aver aggirato il tettino, un nut incastrato al termine del diedro). Poco prima del suo termine uscire a dx su terrazzino e salire il secondo breve diedro; da qui in obliquo verso dx fino alla cengia con a fianco la grossa nicchia (sosta in comune con la Grassi-Re: visibile a sx sopra la sosta il diedro e alcuni cordoni). (45 m, 6A+)
5° tiro: Ancora un tiro splendido e sostenuto, da proteggere allungando bene le protezioni o sfalsando le corde. Entrare nella nicchia e salire per pochi metri (proteggersi in fessura sul lato sx, eventualmente rinforzando con un friend #3 BD dentro la strozzatura), guadagnare ancora pochi metri usando la generosa fessura a dx (1 chiodo sopra la fessura, trascurare il chiodo nuovo ancora più in alto) e con arrampicata esterna ristabilirsi sulla cengia a dx (atletico, se necessario è possibile facilitare il secondo di cordata con un friend nella fessura che incide la faccia dx della nicchia). Superare il muro soprastante (2 chiodi, quello più alto è pessimo e da rinforzare con un friend), poi salire un bellissimo diedro a dx, al suo termine sopostarsi a sx e continuare dritti per bei diedri (2 chiodi) fino alla grossa cengia. Sosta spostata alcuni metri a sx. (45m, 6A+)
6° tiro: Sopra la sosta verso dx salire dritti ad un primo diedro (è anche possibile giungervi facendo un ampio giro ascendente prima verso dx poi a sx) fino alla base di un secondo corto diedro con fessurine sottili oltre il quale più facilmente alla sosta. (45m, 5c)
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del Luglio 2016. Relazione a cura di Brambi