Valsesia – Parete Calva (1550m)
M. Moretti, D. Deiana (1986)
Parete Sud, 250m, 8 tiri, TD+ (6b+, obbl. 6b/A0)
La Parete Calva è la struttura di maggior rilievo nel fondovalle della Valsesia, già ben visibile dalla strada di accesso che da Scopello sale verso Piode. Compatta, verticalissima e costituita di uno gneiss granitoide a grana grossa degno delle migliori tradizioni della valle dell’Orco. Solo nel 1986 la parete si concede ai primi salitori dopo i tentativi di assalto che iniziarono negli anni 30 con i Ragni di Lecco; più di recente sono stati aggiunti 8 itinerari sportivi tutti molto belli e impegnativi. “Margherita va da Dolcino” è appunto la seconda via aperta sulla parete, ora richiodata a fix dai primi salitori ma sono ancora ben visibili le soste e molti dei chiodi tradizionali originali: il loro uso per assicurazione è sconsigliabile perchè secondo noi non reggerebbero nemmeno una modesta caduta. Meglio restare concentrati sulla scalata, non perdere tempo coi vecchi chiodi e pedalare! Parete calda, comunque da fare in periodi asciutti anche per via dell’avvicinamento su terreno impervio.
ACCESSO
La strada più veloce ed economica da Milano è fare l’autostrada A8, poi prendere lungo la A26 e uscire a Romagnano Sesia. Da qui seguire le indicazioni per Varallo/ Alagna restando sulla strada provinciale SP299 fino a oltrepassare Varallo. Sempre seguendo per Alagna e poco dopo il paese di Piode si gira a sx ad un bivio su un ponte che arriva a Rassa, e da qui dopo pochi minuti si trova il cartello con indicazione fraz. Dughera a dx. Parcheggio all’ingresso del paese sotto la chiesa.
Prendere la strada in salita di fianco la chiesa che con due curve passa in mezzo alle case: poco dopo la seconda curva a sx si trovano le chiare indicazioni per il Pian dei Gazzarri. Segnavia 242 con marcatura in vernice bianca/rossa. Lo stretto sentiero si addentra nella val Sorba dapprima in piano poi via via più ripido; dopo circa 20 minuti si giunge ad un ampio canale con roccia levigata, visibili a dx due corti spezzoni in cavo metallico fissati a tiranti. Si prosegue oltre il canale, si trova in evidenza il cartello segnalatore per le “vie di arampicata della Parete Calva” e da qui in avanti il sentiero peggiora e la traccia mascherata dall’erba; la segnalazione per la parete è fatta su cartelli neri con triangolo giallo in vernice in aggiunta a nastri segnaletici di plastica bianco-rossa su alberi. Il sentiero diventa oramai solo una traccia che si inerpica su terreno smosso restando in mezzo al bosco, tenendo comunque una decisa direzione obliqua verso dx: ad un certo punto i cartelli con indicazione in vernice finiscono, lasciando solo i nastri in plastica su alberi e qualche raro ometto a indicare la direzione. Dove la traccia nel bosco diventa più ripida si trova contro le rocce di sinistra una corda nuova fissata a un tronco e fix, dopodichè per traccia più evidente e pressoché restando in piano sempre verso dx si arriva sotto la parete e alle placche scure ricoperte da licheni. L’attacco si trova nel punto più basso delle placche alla cui base si trova un cartello in metallo con la partenza delle vie “Macarena”, “Margherita va da Dolcino”, “Eretica” e 3m a sinistra “Superskippy” (50-60 minuti dalla macchina).
ATTREZZATURA
Via riattrezzata a fix, con alcuni chiodi intermedi ai quali secondo noi è meglio affidarsi solo se disperati. 10 rinvii sono più che sufficienti (alcuni da allungare per evitare attriti); se invece contate di usare pure i vecchi chiodi potrebbe essere utile aggiungere altri 3/4 rinvii. La possibilità di integrare con protezioni veloci sono scarse laddove non ci sono già i fix/ chiodi, tuttavia se riteneste utile averli, meglio portare misure medio-piccole (Alien verde e cam da #0.3 a #0.75 BD).
Obbligatorie 2 mezze corde da 60m se si scende in doppia.
DISCESA
Causa avvisaglie di temporale noi abbiamo testato solo la discesa in doppia partendo dalla S6, comunque molto veloci e sicure.
1° doppia (non fatta): dall’uscita a S7
2° doppia (non fatta): da S7 a S6
3° doppia: da S6 a S5 (da terrazzo). Attenzione alla leva del moschettone a pera di calata che non è serrata
4° doppia: da S5 a S2 (nel vuoto). Attenzione: quasi 60m; la linea di calata devia circa 6m a sinistra (faccia a monte) rispetto al terrazzo di S3 dove si trova l’ultima doppia, ma la si raggiunge facilmente con elementare arrampicata
5° doppia: da S2 a terra. Attenzione: quasi 60m; grossi sassi mobili poggiati sulle placche
A piedi (non verificato): dall’ultima sosta si esce sul Pian dei Gazzarri e si seguono i segnali verso un colle (passaggi su roccia con catene) dove si incontra un segnavia per Quare e per Dughera (segnavia 242). Seguire il segnavia 242 scendendo per ripidi prati seguendo tracce e marchi di vernice, fino ad addentrarsi nel bosco. Si perde man mano quota finché non si ritrova il bivio con cartello indicatore per la Parete Calva e da qui in breve al canale con i due spezzoni di corda su tiranti (1h30 circa).
VIA
Vedere lo schizzo e le seguenti note.
1° tiro: salire al primo fix e superare la pancia con un passo delicato, poi facilmente in leggero obliquo verso sx puntando alla base della grossa lama staccata che forma un diedro sul suo bordo sx. (35m, 5a, 1 passo).
2° tiro: dalla sosta spostarsi 3m a sx verso fix visibile (attenzione al blocco instabile), poi si rimonta un terrazzino dove c’è la vecchia sosta su spit e cordoni. Da qui dritti con passo tecnico a moschettonare il fix per poi abbassarsi di nuovo e uscire con passo sbilanciante sul bordo sx dove sono presenti toppe d’erba. 5a/b (solo sulla carta…). Poi facile in obliquo verso destra nel diedro, salendo su un terrazzo erboso con sosta e cartelli indicatori delle vie (“Margherita …” a sx). Attenzione ai sassi instabili sulla parte alta del diedro. (20m).
3° tiro: Bellissimo e tricky. Salire 3m diritto sopra la sosta poi delicato e breve traverso verso sx fin sotto un muretto che si sale fino alla base di un diedro obliquo e liscio. La carta dice passo di aderenza nel diedro, secondo noi c’è il trucco e ci si sposta a sx con un allungo sbilanciante e su piccoli appoggi andando a prendere una netta ed evidente tacca, poi buona presa per rinviare il fix. Proseguire nella parte alta del diedro con belle fessure fino alla sosta che precede il traverso (sosta appesi). (25m, 6a, movimento e decisione).
4° tiro: Traverso a sx sotto il tetto, molto aereo e scenografico ma assai poco psyco. Aggirare lo spigolo con passo in strapiombo e rimontare un diedrino verticale un po’ lichenoso ma ben appigliato (qua e là un po’ d’erba). In cima al diedro si traversa verso destra alla sosta su comodo terrazzino. (30m, 6a+, 1 passo).
5° tiro: Fantastico e molto tecnico. Superare il muro verticale sopra la sosta, dapprima stando a sx poi traversando verso dx alla base di vago diedrino, raggiungendo via via i fix con una sequenza di bellissimi movimenti tecnici su tacche, lamette e piccole concrezioni. Dopo i primi 25m piegare decisamente a dx fino alla base dell’ultimo diedrino con lama che si supera guadagnando la comoda sosta (40m, 6b sostenuto per 15m, poi 6a sostenuto fino in sosta). NOTA: poca possibilità di integrare con protezioni veloci, alcuni dei chiodi tradizionali in posto non sembrano buoni per reggere una caduta (meglio risparmiare gli avambracci e rinviare solo i fix).
6° tiro: Ancora roccia super. Dritti sopra la sosta fino a raggiungere la base di un bombamento a sx. Prendere la lama rovescia che forma la base del bombamento e prima del suo termine alzarsi dritti sullo strapiombo con buoni e grossi buchi. Da qui pochi metri alla sosta (scomoda). (20m, 6a).
7° tiro: (non completato). Guadagnare il primo fix 3m sopra la sosta (attenzione allo spuntone: poco affidabile ma utile per avere un punto di equilibrio) poi delicati movimenti su piccole tacche e reglettes, con direzione prima verso sinistra e poi leggermente verso destra. Muro con bei movimenti, uscita sporca e sosta su cengia erbosa. (30m, 6b+, abbiamo lasciato quasi a metà una maglia rapida e ci siamo calati per timore del temporale).
8° tiro: (non fatto). Salire a destra della sosta per alcuni metri, poi per gradoni traversare a destra su difficoltà via via minori, fino a giungere al limite del pianoro sommitale dove c’è un ultimo muretto (aggirabile sulla destra su erba). Ultima sosta con catena sotto un grosso faggio. (40m, 5a).
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del Settembre 2014.
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