Sella (Val di Fassa) – Piz Ciavazes
B. Rossi, A. Tomasi (1945)
Parete Sud-Ovest, 280m, 8 tiri, D- (IV, IV+)
Il gruppo del Sella offre numerose opportunità per attività alpinistiche, ma il settore sicuramente più battuto è proprio il Piz Ciavazes, sia per la comodità di accesso, sia per l’imponenza della parete e la bellezza dei suoi itinerari. Tutte le vie più ripetute partono dalla base della parete e terminano sulla grande Cengia dei Camosci, mente la parte superiore è percorsa da vie più impegnative e meno gettonate. La Rossi Tomasi, una delle vie più abbordabili, si sviluppa sulla faccia destra della profonda gola che incide il margine sinistro della parete, che rimane in ombra per buona parte della giornata. Dopo i primi tre tiri, più semplici e discontinui, la via “entra nel vivo” offrendo tratti di arrampicata entusiasmante per la verticalità e per l’esposizione.
ACCESSO
Una volta raggiunta la Val di Fassa, percorrerla fino a Canazei e successivamente seguire le indicazioni per il passo Sella. Seguire i tornanti fino a quando la strada non costeggia la maestosa parete del Piz Ciavazes, poco prima di giungere al passo. Proprio di fronte all’imbocco dei sentieri che conducono alla parete si trovano un paio di comode piazzole di sosta dove parcheggiare la macchina. Attraversare la strada e prendere la traccia di sentiero più a sinistra puntando alla grande spaccatura a sinistra della parete, posta subito a destra di un evidente strapiombo. In 20 minuti si giunge all’attacco.
ATTREZZATURA
Via parzialmente attrezzata a chiodi, ma quasi ovunque è possibile proteggersi con friend (Cam# 0.75 – 2 le misure più utili) o clessidre, talora già provviste di cordino. I tratti più impegnativi (il diedro del quinto e il traverso del settimo tiro) sono comunque ben protetti. Le soste che abbiamo usato noi sono tutte quelle costituite da un chiodo cementato con anello, talvolta rinforzate con friend. In via sono presenti altre soste attrezzate con chiodi da unire, che abbiamo sfruttato per proteggerci.
DISCESA
Una volta usciti sulla Cengia dei Camosci salire fino ad incrociare il sentiero che si percorre verso sinistra (viso a monte). Il sentiero costeggia tutta la parete e risulta in alcuni tratti molto esposto, ma fortunatamente nel tratto più complicato è presente un cavo metallico. Proseguire superando un tratto ripido dove è possibile calarsi (cordini con anello in loco) fino a congiungersi al sentiero di discesa dalle Torri del Sella. Dopo un secondo tratto molto ripido (possibile calata) imboccare il sentiero di sinistra che, costeggiando il settore di sinistra del Ciavazes, conduce al parcheggio (1h – 1h15′).
VIA
Vedere lo schizzo e le seguenti note.
1° tiro: Risalire le facili roccette un paio di metri a destra del canale, spostandosi poi verso sinistra per percorso non obbligato. A metà tiro, sulla parete di sinistra e appena sopra un masso incastrato è presente un chiodo. Da qui, risalendo il canale obliquo, si giunge alla sosta. 40m. II, III
2° tiro: Dalla sosta spostarsi un paio di metri sulla destra fino a raggiungere un intaglio (chiodo) che permette di salire fino ad un terrazzo che conduce ad una parete (2 chiodi di sosta). Da qui, con un iniziale passo atletico, risalire la fessura-camino che, obliquando a sinistra, conduce alla sosta. 45m. III, IV
3° tiro: Continuare lungo il camino-diedro ben appigliato (chiodo a destra 5m dopo la sosta) sino ad un terrazzino (2 chiodi di sosta). Prestare molta attenzione agli appigli instabili! Da qui traversare orizzontalmente a sinistra (chiodo) e raggiungere il terrazzino di sosta. 35m. IV-, III
4° tiro: Spostandosi un poco a sinistra risalire il diedro-canale abbattuto (chiodo una decina di metri sopra la sosta) e seguirlo per tutta la sua lunghezza. Appena prima della sosta occorre superare un breve risalto verticale (clessidra poco prima). 40m. III, III+
5° tiro: Tiro chiave. Salire verticalmente la fessura che conduce al diedro a destra del tettino (chiodo nella nicchia 3m sopra la sosta). Con arrampicata entusiasmante, sempre su buoni appigli, percorrere il diedro-camino per tutta la sua lunghezza (3 chiodi), sino ad un pulpito (chiodo a sinistra) chiuso da uno strapiombo che si supera verso sinistra con passo atletico. 40m. IV, IV+
6° tiro: Risalire la fessura obliqua a sinistra della sosta, sino ad un tetto giallo. Da qui traversare orizzontalmente (chiodo ad inizio traverso) verso sinistra sino a giungere al comodo terrazzino di sosta. 20m. IV-, II
7° tiro: Spostarsi un paio di metri a destra sotto un fessura che si sale fino ad un chiodo. Da qui con qualche passo verso destra si raggiunge una evidente spaccatura (clessidra con cordone) a partire dalla quale si sale obliquando leggermente a destra fino a raggiungere una stretta cengia da percorrere verso destra fino a guadagnare una fessura verticale (chiodo). Salire un paio di metri sino ad una clessidra con cordone. In massima esposizione, ma sempre su buoni appoggi, traversare orizzontalmente a destra (clessidra con cordini, chiodo) fino alla sosta posta alla base di un evidente camino. 40m. III, IV
8° tiro: Dopo aver superato i primi metri strapiombanti, risalire il camino, sfruttando anche la placca sulla sinistra sino al chiodo. Da qui l’arrampicata si fa più semplice fino all’uscita dal camino stesso (chiodo). A questo punto per risalti uscire sulla cengia dei camosci, attrezzando la sosta su 2 chiodi non molto visibili situati su un masso con ometto a destra della linea di uscita. 30m. IV, II
Nota: la relazione è riferita a una ripetizione del Luglio 2014. A cura di Mazzo, Fede e Gilla