In principio furono fenomeni metamorfici a spingere in superficie duomi di granito plutonico. Si parla di 30 milioni di anni fa, quando l’eruzione di un megavulcano procuro’ materiale grezzo per l’attività scultorea degli agenti atmosferici. In realtà questo non fu proprio il principio, perché il granito fine di quella che oggi e’ nota come “inner city” si e’ ricavato una via di uscita attraverso formazioni rocciose granitiche a grana più grossa pre-esistenti, oggi chiamato “Green Creek Complex”, che costituiscono la cintura più esterna della “city”. I dettagli geologici potrebbero in effetti sembrare roba da nerdoni, tuttavia chiunque sia passato per il City of Rocks State Park – scalatore o meno – non avrà potuto fare a meno di domandarsi attraverso quali processi l’attuale morfologia, cosi’ splendidamente climber-friendly, di sia formata. Non esistono risposte scientificamente provate a questa domanda: qualcuno pensa che l’erosione di alcune aree della roccia abbia concentrato ferro in altre adiacenti, rendendole più resistenti a successive erosioni oltreché di colore rossastro (la “patina”), altri sostengono invece che le aree resistenti abbiano beneficiato di trattamenti chimici di origine batterica. Fatto sta che la variegata conformazione della roccia permette la pratica di una ampia gamma di stili di arrampicata.
Poi – molto poi – ci furono le tribù di nativi americani, Shoshone e Bannok, a caccia del bufalo.
Poi – poco poi – ci furono gli emigranti, partiti dal Missouri alla ricerca della terra (in Oregon) o dell’oro (in California) promessi che giungevano alla City, al tempo ancora formalmente territorio messicano, dopo un’odissea lunga diversi mesi e migliaia di chilometri di sentieri sconnessi e polverosi, spesso avendo affrontato malattie e aggressioni. City of Rocks allora rappresentava per i pionieri piegati dalla fatica una sorta di oasi relativa, luogo dove ritemprare il corpo e ravvivare la speranza del “sogno americano” finalmente (quasi) a portata. Si parla della seconda meta’ del 1800.
Poi – appena poi – ci furono i “modern” climbers, che iniziarono a dare un nuovo impulso ad un’area quasi desertica, se si esclude qualche sporadico insediamento dedito ad allevamento e agricoltura. Questi stani personaggi, che scalano i duomi rocciosi a mani nude seppure servendosi di corda e sistemi di protezione, rimasero nel semi-anonimato fino agli anni ’80, quando l’arrampicata divento’ uno sport relativamente diffuso e City of Rocks guadagno’ grande popolarità in ambito nazionale. Durante questi anni anche la City fu teatro della guerra civile tra i profeti del “Leave No Trace” e i nuovi “Sport Climbers”, che diede impulso all’etica dell’arrampicata, la quale prendeva forme di “fair play” che variavano dalla totale assenza di protezioni fisse, all’etica chiodatura dal basso, oppure al “penatly runout” dopo aver piazzato un chiodo (atto che rimaneva in qualche modo moralmente discutibile). A partire dagli anni 2000 la diatriba trad-vs-sport si e’ in qualche modo esaurita e i nuovi apritori sono oggi più concentrati a sviluppare vie che possano essere ripetute da altri in relativa sicurezza, piuttosto che impegnati a lasciare un testamento delle proprie temerarie imprese.
Oggi il City of Rocks State park e’ un popolare “recreational area”, intesa termine che gli Americani hanno recuperato dal significato originale: non momento di pausa da attivita’ routinarie magari anche un po’ pallosette, bensi’ tempo e luogo dove “rigenerarsi” nel corpo e nello spirito. Non solo attraverso l’arrampicata (che comunque rimate l’attrattiva principale) ma anche attraverso MTB, Hiking, Camping.
Risorse di rete:
Upper City
Insieme di strutture nella zona più’ elevata della City (~2000m altitudine), dove non e’ raro trovare neve ad aprile. Gli Upper Bread Loaves sono le pareti proprio sotto il parcheggio. Segnaliamo
- Upper Bread Loaves – Love Handles (5.8, sport): placca delicata dal finale ripido
- Build for comfort (5.10a, sport): placca lavorata di dita
- Bloody Fingers Area – Bloody Fingers (5.10a, trad): popolare fessura ad incastro di mani
- Bloody Fingers Corridor – Intruding Dike (5.7, trad): fessura tagliata al laser, più impegnativa di quello che il grado lascia immaginare
Parking Lot Rock area
Costituito da una dozzina di strutture tra l’Upper City e Bath Rock, con arrampicate per tutti i gusti e le difficolta’. Segnaliamo
- Parking Lot Rock – Delay of Game (5.8, sport): 70m di placca compatta lungo un evidente spigolo
- Parking Lot Rock – Batwings (5.8, trad): classicissima trad lungo una fantastica fessura di mano
- Animal Cracker – Animal Cracker (5.10a, trad): una delle più’ gettonate flake della City
- Morning Glory Spire – Skyline (5.8, trad): esposissima e verticale scalata sullo spigolo nord della guglia
- The Anteater – Scream Cheese (5.9, sport): classica sportiva su roccia splendidamente erosa
Bath Rock area
Da molti considerato il City Center, questa prominente struttura di trova a fianco di uno dei campground più’ popolari e a due minuti a piedi dal parcheggio. Parete est appoggiata, tiri facili ma nessuna protezione o sosta. Parete Ovest con roccia meravigliosamente tipica e tiri più impegnativi sia sport che trad. Segnaliamo:
- Bath Rock W – Rollercoaster (5.8, sport): placca abbastanza compatta su classica patina della City. Divertente tiro di riscaldo
- Bath Rock W – Private Idaho (5.9, trad): fessura con strapiombo iniziale, poi più’ facile fino alla sosta.
- Bath Rock W – Colossus (5.10c, sport): splendidamente lavorata
Elephant Rock area
Elephant Rock e’ una delle strutture più’ imponenti e riconoscibili. Avvicinamento zero. Include tra i migliori tiri in fessura e scaglia “low grade” di tutta la City. A breve distanza a piedi interessante anche il Gallstone, con tiri su placca di ottima roccia lavorata, per tutti i palati (da 5.7 a 5.12c). Da non perdere:
- Elephant Rock – Columbian crack (5.7, trad): partenza delicata in camino creato da un masso staccato alla base, poi fessura con macro-cristalli per i piedi.
- Elephant Rock – Rye Crisp (5.8, trad): La scaglia più’ gettonata della City!
- Elephant Rock – Wheat Thin (5.7, trad): Fantastica roccia con arrampicata varia. Parte bassa in fessura piuttosto appoggiata e parte alta in placca delicata
- The Gallstone – Conceptual Reality (5.9, mixed): fessura trad che conduce ad una delicata placca spitatta
North Creek
Area relativamente remota, al margine nord-est della City, che richiede un tantino di avvicinamento. E’ dominata dallo Steinfell’s Dome, la struttura più imponente della City che deve il suo nome allo Steinfell’s climbing club of Utah, pionieri dell’arrampicata alla City. Diversamente dalla maggior parte delle strutture dell’area, la roccia di questa zona e’ gratino a grana grossa con grosse intrusioni cristalline. Segnaliamo:
- Steinfell’s Dome – Sinocranuim (5.8, sport, 6 pitches): una delle multi-pitch più gettonate della City, con fantastico quanto tiro, verticale su cristalloni.
- Jackson’s Thumb – Theatre of Shadows (5.7, sport, 4 pitches): Ideale introduzione al multi-pitch
Castle Rock
A 15 minuti di auto dalla City troviamo il Castle Rock State Park, un’interessantissima integrazione alla gia’ ricca offerta dell’area principale. Tra gli altri segnaliamo:
- Castle Rock East – Poster Chicken (5.9, mixed): tiro vario, con ancora la scarna chiodatura originale
- Castle Rock South – Big Time (5.7, sport, 4 pitches): Un’ottima entry-level per una via multi-pitch. Placca da non sottovalutare
- Castle Rock SouthWest – Red Rib (5.10a, sport): Lunghissimo tiro (60m) su fantastica roccia rossa. Calata raccomandata su lato Sud
- Hostess Gully – Twinkie (5.10c, mixed, 3 pitches): fissuring e placca su roccia super
- Hostess Gully – Between Heaven and Earth (5.9, sport): lungo tiro su placca lavorata