Una domanda potrebbe nascere spontanea leggendo il titolo del post: cos’e’ un Boise? Una montagna? un’area geografica? Magari una marca di autoradio (ma in questo caso cosa c’entrerebbe l’arrampicata?).
Invece trattasi di una cittadina americana di medie dimensioni (per i canoni USA) ma in realtà capitale del quasi ignoto stato dell’Idaho. Ma perché parlare dell’amena Boise in un post di montagna italiano? Molto semplice: perché ci vivo. Certamente l’Idaho non e’ tra le mete più gettonate dal turismo di massa, ma in compenso Boise è un’area in grande espansione e chissà che qualcuno non si ritrovi a passare di qui presto o tardi … 🙂
Ma torniamo all’arrampicata. Nonostante la posizione ai piedi delle pre-montagne rocciose e una vocazione da sempre rivolta verso le attività outdoor, non si può dire che Boise sia esattamente un paradiso per climber. Altre attività come l’hiking, la mountain bike e gli sport fluviali sono certamente più popolari e perché riescono ad offrire le giuste soddisfazioni. Per quanto riguarda la scalata, ci sono alcune aree dove e’ possibile praticare il bouldering, ma per gli appassionati di corda le possibilità si restingono abbastanza. Se si vuole rimanere nelle immediate vicinanze di Boise esiste la falesia di Black Cliff, mentre volendo spendere un po’ di tempo (ma volendo limitarsi all’uscita in giornata) si riescono a raggiungere mete che (salute permettendo) cercherò di esplorare nei prossimi tempi, arricchendo di informazioni questo post. Esiste un’unica guida sul tema, “Boise climbs” attualmente out of order.
Black Cliff
Black Cliff è LA falesia di Boise. Situata all’estremità est, proprio all’imbocco del Lucky Peak Recreation Area, questa lunghissima fascia rocciosa di basalto fa da ornamento al canyon che stringe il corso del Boise river. Dal punto di vista scenografico la falesia offre uno spettacolo naturale notevole, con la sua serie interminabile di colonne di basalto quasi perfettamente parallele, interrotte nella parte superiore da formazioni rocciose a blocchi più irregolari. L’impressione è che il raffreddamento graduale che ha determinato l’assestamento sottostante avesse accelerato improvvisamente causando l’interruzione istantanea del tentativo di auto-ordinamento della roccia lavica. La roccia, molto particolare, vista con occhio europeo, assomiglia ad un granito senza intrusioni, e per questo offre una sensazione di minor grip sotto le suole. Dal punto di vista arrampicatorio, una pecca salta subito all’occhio: la varietà della scalata è piuttosto ridotta, perlomeno nella parte colonnare, mentre la parte superiore offre una maggior gamma di movimenti, con sezioni strapiombanti o in placca. La parte inferiore offre una prevalente arrampicata in fessure più o meno larghe praticamente verticali e per questa ragione molte delle vie qui presenti non sono chiodate fatta eccezione per la catena di sosta ma percorribili in stile trad, tanto popolare qui in USA. Nota di demerito per le soste: quasi tutte attrezzate con due spit con catena, NON collegati tra loro da moschettone di calata!
Mores Mountain
Mores Mountain è una protrusione granitica che emerge dalle tondeggianti alture di Bogus Basin, nota località sciistica non lontano da Boise (per le distanze americane non lontano = 45 minuti. n.d.r.). Le vie sono single o double pitch su un ottimo granito a cristalli simile a quello dell’alta Val Masino. Purtroppo si possono contare in tutto una ventina di tiri distribuiti sulle due strutture dell’area, denominate “Roadside Rock” e “Pincer”. Arrampicata prevalente di placca, tutte ben chiodate, ma non mancano linee in fessura o in camino. Tutto sommato una buona alternativa per una mezza giornata.
Needles and Pins
I Pins e i Needles sono anch’essi speroni di granito affioranti dalla sommità di colline boscose nel cuore della Boise National Forest. Certamente non si può dire che siano dietro l’angolo (2h30″ da Boise), ma d’altra parte la strada che segue inizialmente il corso del Payette River verso nord e successivamente le strade bianche che si inerpicano nella foresta del Gold Fork river sono di per sé una parte interessante dell’uscita. Noi ci siamo limitati a scalare al Terrapin, la struttura che offre più possibilità. Mezz’ora di cammino dalla macchina (se si trova immediatamente il sentiero corretto tra i molti presenti) si giunge alla meta. La qualità della roccia è piuttosto eterogenea: molto sporca e poco compatta nel settore centrale, mentre ottima e incredibilmente lavorata sulla Franklin tower.
Una mini-guida della zona è stata disponibile in qui Gold Fork climb guide
“Nota di demerito per le soste: quasi tutte attrezzate con due spit con catena, NON collegati tra loro da moschettone di calata!”
Mazzo poi mi spiegherai come funziona in USA, ma se ci sono già 2 spit collegati con catena perchè li devo collegare una seconda volta? NOTA DI DEMERITO per l’italiano! sicuramente con l’inglese avrai più fortuna ahahahah
un abbraccio
Caro Brambi, forse la mia capacità di esprimermi in italiano negli ultimi mesi è venuta un po’ meno. Per questo cercherò di venire incontro alle tue capacità cognitive con un disegno:
Capisci? Due spit, due catene NON unite tra loro!!
Giò, com’è che le foto mi sembrano meglio di quanto siano effettivamente i Pins??
Vabbè sarà il solito photoshop :o).
Commento personale: fate mezz’ora di strada in più e andate a City of Rocks…. Non ci sono
mai stato ma di sicuro sembra meglio che i Pins…. Posto anche bello, ma…..
Ciao!!!!
Cosa dire… la qualita’ dell’arrampicata non e’ certo stata delle migliori, ma la statistica non e’ granche’. Provero’ I Needles e vi faro’ sapere!!!