En attendant Mazzone

 

Poncione

Credo almeno un paio di volte negli ultimi anni ho tentato di convincere per il Poncione quello che ora è diventato il Nureyev di Ada County, ma già il guerriero aveva rinforzato i tagli con cui si drogava di silicio e fantasticava di viaggi oltreoceano su canoa con femmina al seguito, quindi l’idea non ha mai preso forma.

Fino a questo inizio luglio, quando un altro yankee accetta di prestarsi alle mie sconcezze.

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Scritta “DP” arancio alla partenza

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Poncione di Ruino

Stretching lungo il sentiero

Stretching lungo il sentiero

Le premesse non sono delle migliori, con gli occhi già arrossati lascio scivolare la supposta a motore che sfila dritta nella prima canna del Gottardo tra ululati “dove minkia è finito lo svincolo di Airolo?!?!?!?!?!!?”.

(Tu vuo’ fa’ ll’americano . . . Sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa’?)

Io e Liuk facciamo un pò gli americani: parlo in inglese un pò stentato con due climbers bavaresi che al pari mio, avvistata la mitragliata di spit, pensavano di aggredire con spavalderia il Cappuccin de’ noantri (perchè si … dai … noi in Ticino un pò ci si sente in agio) salvo poi indirizzare la loro processione verso più mite percorso dopo un italianissimo ‘inchino’ alla stretta e tonda fessura di partenza della loro “Ten years after”.

(Comme te po’ capi’ chi te vo’ bbene Si tu lle parle miezo americano?)

Dalla sua sosta di lato il simpatico abbozza uno scambio di opinioni mentre sputo termini come “finger crack”, “bloody jamming”, “lieback” che mi cadono dalle labbra a vanvera, forse colpa dell’asfissia già dopo i primi metri di fessura che m’ha fatto ritirare pure le gengive. Però mi sentivo molto ammeregano…

(Tu vuo’ fa’ ll’americano . . . Ma si’ nato in Italy! Sient’ a mme: nun ce sta niente ‘a fa’…)

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L1                                                                                                                          (ph. r. arlitt)

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L1                                                                                                                          (ph. r. arlitt)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono lentissimo, ci metto un tempo vergognosamente lungo per finire il primo tiro.

«LUCAAAA!?!»     «Ehhh»

«INFILAAA LE DITA DELLA MANO DESTRA COSìììì, LA SINISTRA DILLLààà»         «umpffff…”

«PIEDE SINISTROOO DI TAGLIO!!! TORCILOOOOO … CARICALOOOO»         «…pffffaaaaa»

«ORA AAALLUUNGATIII … CON LA SIN…»          «Ma porc… qui tu qui eri sulla staffa e tiravi il rinvio !!!!»

Martinetto umano per fessure

Martinetto umano per fessure

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L4 5c dal basso

L4 5c dal basso…

Poi il sole scalda e gonfia il morale, per fortuna. Così: vai di remo destro, poi di remo sinistro e vooooga e voooga ti porti a casa anche il quarto in scioltezza. L’altro, dietro, non crede ai suoi occhi: le dulfer per Liuk sono come il rosso per il toro … e queste sono dulfer su granito rosso, roba da non credere, tanto che quando mi raggiunge in sosta ho timore a dargli le spalle per infilarmi le scarpette.

L4 6b dall'alto

L4 …6b dall’alto

 

L4 Luca inserisce il gettone

L4 Luca inserisce il gettone per far comparire la maniglia della porta d’uscita

"Allora: io vado, la libero e poi schiodiamo tutto?"

“Allora: io vado, la libero e poi schiodiamo tutto?”

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Ancora un paio di lunghezze tecnicamente ineccepibili nel loro grado ci depositano in cima ad ammirare il sole ormai impallidito, non prima di aver tirato un ponte tibetano di 40 lepegosi metri fino alla partenza delle doppie.

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Soste di calata (molto spostate)

Discesa pruriginosa

Discesa verso la prima doppia, pruriginosa per le natiche

Si dice ovunque peccato sia così corta, visto lo stato di forma straziante per questo giro ci si accontenta anche così. Aspettando Mazzone.

Un cervello in f.ga

Un cervello in f.ga

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